mercoledì 23 dicembre 2015

La rinascita dell'arte

L'Aquila.

A sei anni e mezzo dal sisma che ha distrutto il castello cinquecentesco che lo ospitava, rinasce il museo nazionale del capoluogo abruzzese. In attesa del completamento dei restauri nella sede originale, l'allestimento viene ospitato nell'ex mattatoio. Il via con il ministro Franceschini che promette un polo contemporaneo: "Chiederemo opere ai grandi artisti, vedremo chi oserà dire di no". In primavera anche la succursale del Maxxi, finanziata dalla Russia
di VALENTINA BERNABEI

"Quando apre un museo è sempre una festa, in questo caso la festa è doppia perché è stata anche vinta una sfida": con queste parole del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del turismo Dario Franceschini, finalmente, da questa mattina l'Aquila ha di nuovo un museo. Si tratta del Munda, il Museo Nazionale d'Abruzzo, che oggi apre le porte al pubblico, con accesso gratuito a tutti fino al 3 gennaio. Un luogo inedito, l'ex mattatoio della città, concesso in comodato d'uso gratuito al Mibact per offrire un temporaneo ricovero alle opere della collezione, fino a quando non termineranno i lavori nel castello cinquecentesco, ex sede del museo.
Un momento importante ed emozionante, sia per l'importanza del progetto museografico, che ha visto lo svolgimento dei lavori proseguire con un'eccellenza strutturale e di restauro, sia per il valore storico artistico delle opere esposte, ma, soprattutto, per il significato che riveste la riapertura di questo museo.
L'Aquila, infatti, perse il suo museo nel terribile terremoto del 2009. Ora è rinato in una nuova sede, quella dell'ex Mattatoio comunale appunto, completamente ristrutturato con tecnologie antisismiche e ripensato per venire incontro nel migliore dei modi a questa sua nuova funzione, in borgo Rivera, a ridosso delle mura della città, di fronte alla Fontana delle 99 Cannelle: un'area più decentrata rispetto al luogo centrale in cui sorgeva il museo prima, ma molto significativa, legata alla fondazione della città. Il ministro Franceschini ha visitato con attenzione tutte e sei le sale del Munda (dalla A alla F,  all'interno di cinque ambienti espositivi) seguendo le introduzioni del Direttore del Polo Museale d'Abruzzo Lucia Arbace, che parla, commossa, di una grande sinergia di sforzi e di lavoro e di lotta contro il tempo: "mancano le didascalie ma da lunedì ci saranno anche quelle e saranno quelle più moderne possibili" precisa la Arbace.
Con loro anche il vicepresidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli, il Sindaco della Città dell'Aquila Massimo Cialente e monsignor Giuseppe Petrocchi, arcivescovo del capoluogo abruzzese che ha ricordato che un patrimonio come quello del Munda ci porta a "coniugare i tempi al futuro e al plurale" perché mantiene i rapporti con il passato guardando al futuro, in sinergia con tutta la cittadinanza e con chi ha reso possibile la riapertura del museo. Il Munda sarà anche un nuovo centro di arte contemporanea. Il ministro Franceschini ha infatti aggiunto: "Chiederemo ad artisti importanti di realizzare un'opera e donarla alla città. Vedremo chi ha il coraggio di dire di no. Con il Maxxi, poi, abbiamo già avviato il progetto di creare una nuova sede del Museo proprio in questa città, all'interno di Palazzo Ardinghelli, di cui a primavera, si concluderanno i lavori, finanziati dal governo russo". 
La scelta dei pezzi esposti al Munda è di oltre cento opere, tra i più importanti lavori del Museo Nazionale d'Abruzzo: opere di diverse epoche e tipologie (reperti archeologici, sculture lignee e dipinti fino al XVIII secolo), rappresentative della varietà e qualità delle collezioni del museo e identitarie della storia e della cultura dell'intera regione. Il progetto, oltre ad adottare soluzioni allestitive innovative sul piano della prevenzione, si è ispirato a criteri museografici moderni. Oltre all'importanza dell'aver finalmente restituito agli aquilani e al pubblico numerose opere importanti, è da sottolineare il grande lavoro di restauro che è stato fatto sui pezzi esposti che, recuperati tra le macerie, hanno avuto nuova vita grazie ad attenti restauri avvenuti dopo i gravi danni del terremoto. Da molte chiese distrutte provengono madonne, pale e reperti che troveranno ospitalità al Munda fin quando non potranno tornare nelle loro chiese di origine. Sono state ora riunite alcune delle più belle e antiche Madonne d'Abruzzo, come la Madonna di Lettopalena del XII secolo e la Madonna "de Ambro", della prima metà del XIII secolo, proveniente dalla chiesa di Santa Maria a Grajano.  L'intero intervento, di restauro e di funzionalizzazione, è stato assunto dallo Stato italiano per il tramite del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del turismo attraverso Invitalia, nell'ambito del progetto Mumex, che è la rete dei musei attrattori del Mezzogiorno

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